VA ANCORA DI MODA L’ARMOCROMIA?

Ultimamente mi chiedo: l’armocromia è stata solo una meteora già passata? Ha ancora senso proporre servizi di armocromia, o peggio, metterla ovunque: occhiali, trucco, vestiti, intimo, borse, persino arredamento? Marchio in armocromia… sul serio?

Credo che la parola, ormai abusata, abbia generato una certa noia. C’è chi dice: “A cosa serve? Io non la seguo”. Sembra quasi che ci si debba schierare: team armocromia o team “ma chi se ne frega”. I social, come sempre, trasformano qualsiasi cosa in tendenza, e così è stato per l’armocromia. Ma ora che la bolla si sta sgonfiando, la domanda è: serve davvero?

Divulgare informazioni ti porta vantaggi?

Tutte le nuove consulenti d’immagine si sono lanciate sui social a spiegare chi sta bene con la palette autunno, quali sono le caratteristiche del soft summer o del bright spring, cercando di dimostrare la loro competenza. Via, quindi, con infiniti caroselli di descrizioni su come distinguere un inverno da un autunno. E i colori? Verde inglese o ottanio? Petrolio e ottanio sono la stessa cosa? Giammai! Uno è per la primavera, l’altro per l’autunno. Ma alla fine, chi se ne ricorda davvero?

Cosa c’era prima dell’armocromia?

Dopo tanta fama, la parola armocromia sta perdendo fascino, e qualcuno si chiede se abbia mai avuto senso. Io, che inserivo l’analisi del colore nelle mie consulenze di stile già nel 2009, mi sono sorpresa quando è scoppiata questa moda. L’analisi del colore, che in atelier d’alta moda si faceva da sempre per scegliere tessuti dai colori ideali per cappotti, giacche o abiti, è diventata improvvisamente un’esperienza da fare assolutamente, come se fosse una novità.

Eppure, una mia cliente mi ha chiesto se poteva fare una consulenza di stile senza armocromia, perché si veste solo di blu e non trovava utile scoprire la sua palette personale. Questo è stato un campanello d’allarme: non tutte richiederanno l’analisi del colore necessaria.

Color analysis o analisi del colore

All’estero, invece, l’analisi del colore è presa molto sul serio, non solo da attrici o influencer, ma anche da persone comuni: impiegate, politici, commesse. Il lavoro del consulente d’immagine è considerato serio, rispettabile, e viene pagato come un coach, un dietista o uno psicologo. In Italia, invece, è spesso visto come un hobby, un passatempo senza grande valore.

Quindi, la domanda sull’utilità dell’armocromia è più che legittima. Certo, serve un’analisi del colore per creare uno stile coerente, ma fare solo l’armocromia, ricevere una palette e poi non saperne di più cosa fare, porta inevitabilmente alla delusione. Non è l’armocromia a non servire, è che non funziona da sola. È solo un primo passo in un percorso di trasformazione. Ma l’abuso di informazioni, spesso sbagliate sui social, ha solo danneggiato l’armocromia.

A cosa di serve l’analisi del colore chiamata Armocromia

La vera domanda non è “è ancora di moda l’armocromia?” ma piuttosto: ha senso fare solo l’analisi del colore e conoscere la propria stagione? È come andare dal dietista, farsi dare un menù per una settimana e pensare di mangiare lo stesso per mesi, sperando di mettersi in forma. Chiaro che non funziona!

Armocromia e consulenza d’immagine: non sono la stessa cosa

L’obiettivo finale è: perché voglio cambiare? E dove voglio arrivare? La consulenza d’immagine è un percorso a tappe che ti porta dalla tua insoddisfazione al piacere di sapere chi sei e come esprimerti con l’abbigliamento.

Basta guardare mille post sui social per scoprire se Tizia è inverno o autunno… ma chi se ne frega! Guarda chi sei tu. Esci dalla bolla social e pensa solo a come vuoi essere tu.

armocromia e consulenza d'immagine

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