In Primis, definiamo cos’è il Patriarcato.

Il patriarcato è un sistema sociale, culturale ed economico che assegna il potere principalmente agli uomini, subordinando le donne e limitando la loro autonomia. Non è solo una questione di ruoli di genere, ma una leva fondamentale del capitalismo: impone standard di bellezza irraggiungibili e modelli di femminilità basati sulla seduzione e la cura degli altri, spingendo le donne a investire tempo, denaro ed energie in consumi legati all’estetica e al conformismo sociale. In questo modo, il patriarcato non solo controlla il corpo femminile, ma alimenta anche interi settori dell’economia, mantenendo le donne in una posizione di dipendenza e limitando il loro accesso al potere reale.

Come agisce questo sistema di potere?

Attraverso un sistema culturale di valori che assegnano etichette come bello, brutto, giusto, sbagliato, coerente con ciò che l società si aspetta da te, etc….Qui vediamo quelli per il corpo femminile.

1. Il mito della “bellezza obbligatoria”

  • La società insegna alle donne fin da piccole che il loro valore principale è l’aspetto fisico , non l’intelligenza o la competenza. ( quanti giornali e riviste sull’argomento?)
  • La bellezza femminile è regolata da standard irraggiungibili: magrezza estrema, pelle perfetta, tratti armoniosi. Questi ideali cambiano continuamente, così da costringere le donne a perseguire un modello sempre nuovo. ( vedere un feed di instagram sui ritocchi estetici, i filtri per sembrare più belle)
  • Naomi Wolf , nel suo libro Il mito della bellezza , parla di come il patriarcato imponga alle donne un “lavoro a tempo pieno” su sé stesse, distogliendole da ambizioni più concrete.

2. Corpi femminili standardizzati: il pericolo della chirurgia estetica di massa

  • La moda e la chirurgia estetica diffondono un canone estetico unico : labbra gonfiate, zigomi scolpiti, vita sottilissima, glutei prominenti.
  • Influencer e celebrità normalizzano la chirurgia estetica come fosse una “necessità”, e non una scelta. (business economico in continua crescita)
  • Il risultato? Le donne iniziano a vedersi come prodotti da correggere e piuttosto migliorare che come persone con un valore intrinseco.

3. Moda ipersessualizzata e il concetto di “empowerment femminile” tossico

  • Il marketing vende la nudità e l’ipersessualizzazione come strumenti di “empowerment”. Ma è davvero così?
  • Indossare abiti attillati, scollati, provocanti è una scelta libera o è una scelta condizionata da un sistema che insegna alle donne che il loro potere sta solo nell’attrazione sessuale?
  • La moda oggi impone tacchi altissimi, vestiti aderenti, scollature profonde , ma allo stesso tempo impone agli uomini look comodi, larghi, potenti. La differenza è evidente.

4. Il tempo che le donne perdono per ottenere la perfezione estetica

  • Il patriarcato impone alle donne una cura ossessiva del proprio corpo, facendole investire tempo, denaro ed energie in trattamenti, diete, palestra, make-up, estetista.
  • Quanti ore e risorse una donna dedica alla sua immagine, rispetto a un uomo che usa quei tempi per studiare, lavorare, progettare il proprio successo ?
  • Le donne vengono indotte a competere tra loro per essere “le più belle” invece che per ruoli di potere.

Dove sta la soluzione? Come possiamo smantellare questo sistema?

1. Creare nuovi modelli di riferimento

  • Servono più modelli di donne influenti che non siano solo bellezza e seduzione : manager, scienziate, imprenditrici, artiste, scrittrici.
  • Il problema non è truccarsi o vestirsi bene, ma ossessionarsi con l’idea che l’aspetto sia la cosa più importante.

2. Essere consapevoli della manipolazione dell’industria della moda e della bellezza

  • La moda dovrebbe essere espressione di sé, non una gabbia. Ecco perché nei miei percorsi di affiancamento sullo stile lo scopo è scoprire chi si è per potersi esprimere. Non palette e forme imposte ma studiate sulla personalità oltre che sulla reale fisicità.
  • Scegliere di vestirsi senza seguire ossessivamente le tendenze imposte è già un atto di ribellione.

3. Educare le nuove generazioni a un concetto di bellezza più ampio

  • Insegnare alle ragazze che il loro valore non è nel corpo, ma nelle idee e nei talenti.
  • Mostrare esempi di donne autorevoli, che non si sono fatte limitare da imposizioni estetiche.

Libri per approfondire questo tema

📖 “Il mito della bellezza” – Naomi Wolf
(Analizza come gli standard estetici sono un meccanismo di controllo sulle donne).

📖 “Le ragazze stanno bene” – Carlotta Vagnoli
(Un libro che critica il sessismo nella società, incluso quello nell’industria della moda e dei media).

📖 “Bitches in Bonnets” – Alison Umminger
(Un’analisi su come la femminilità sia costruita nella letteratura e nella cultura pop).

📖 “Beauty Sick” – Renee Engeln
(Un libro che spiega quanto la società spinga le donne a ossessionarsi con il proprio aspetto, a discapito della loro felicità e successo).

📖 “Femminismo interrotto: potere dirompente” – Lola Olufemi
(Uno sguardo su come il femminismo possa sfidare il sistema e liberare le donne da imposizioni estetiche).


Conclusione

L’idea che una donna deve sempre essere bella, curata e desiderabile è un’arma del patriarcato per distoglierla dal vero potere: l’intelligenza, l’ambizione, la libertà di essere sé stessa . La moda può essere un mezzo di espressione e di forza, ma quando diventa una gabbia, è necessario ripensarla.

Spero di averti dato argomenti sui quali riflettere, per essere sempre consapevole delle tue scelte.

“Il potere è nelle mani di chi consuma” o “Il potere è di chi compra” , sottolinea come le scelte di consumo influenzano il mercato e, di conseguenza, i sistemi economici e sociali.

In un contesto femminista e di critica al patriarcato, questo concetto si lega al fatto che le donne, pur essendo un target principale dell’industria della moda e della bellezza, spesso non si rendano conto di quanto il loro potere d’acquisto potrebbe essere usato per sostenere modelli più liberi e meno oppressivi, invece di standard alimentari imposti dal sistema capitalistico e patriarcale.

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